Coronavirus: ecco come sarà la fase 2 per le aziende ed i cittadini

previsioni

Emergenza Coronavirus. Il giorno 14 maggio, dopo Pasquetta, se i dati confermano, ci sarà la riapertura delle attività produttive. Mentre non prima di maggio, l’allentamento delle misure restrittive e finalmente i cittadini potranno uscire di casa.

La curva del contagio del coronavirus ha iniziato a scendere. E l’Italia sembra avviarsi verso la Fase 2 (quella della «convivenza con il virus») in due step, sia pure con la massima cautela. Tra giovedì e venerdì dovrebbe essere varato il Dpcm che entrerà in vigore il 14 aprile con l’ulteriore proroga dei divieti ma con un parziale allentamento della stretta.

Il giorno dopo Pasquetta, se i dati si confermeranno, ci potrebbe dunque già essere una qualche minima riapertura delle attività produttive mentre per riprendere a spostarsi e ad uscire di casa, pur tra mille precauzioni «perché il virus non è sconfitto», bisognerà attendere almeno l’inizio di maggio.

La fase due nella sanità
Si avvicina anche la «fase due» della Sanità. Alcune delle misure della entreranno nel prossimo decreto di aprile che dovrebbe andare in consiglio dei ministri nei prossimi giorni. In pratica si punterà a dividere il Servizio sanitario in due: da una parte saranno stabilizzati e potenziati gli strumenti di lotta al Covid-19 mettendo in pista più risorse per le cure domiciliari dei pazienti contagiati. Dall’altra sempre per combattere il virus si rafforzerà a livello regionale la rete degli ospedali che già oggi sono impegnati a curare i pazienti più gravi. Una rete che resterà attiva – ora che è stata potenziata con circa 9mila posti letto in terapia intensiva (dai 5mila iniziali) – per tenere a bada l’emergenza nel caso si riacuisse nei prossimi mesi .

Il premier già nelle prossime ore, in vista della scadenza del dpcm del 13 aprile, vedrà i rappresentanti delle imprese e dei sindacati, oltre alle
Regioni, per decidere come allargare il novero delle attività consentite. L’idea è di individuare le categorie di aziende (all’interno dei codici Ateco) legate alle filiere strategiche come alimentare, farmaceutica e sanitaria. Ma le riaperture mirate riguarderanno anche la manifattura, in particolare la meccanica, l’edilizia e il commercio, soprattutto quello all’ingrosso. Ovviamente le aziende dovranno rispettare i criteri del distanziamento sociale e nel caso prevedere l’obbligo di mascherina e altri protocolli di sicurezza. Una sorta di test.

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Nuove verifiche ai primi di maggio

Il piano sarebbe quello di aspettare fino ai primi di maggio per verificare se il virus sta davvero arretrando e nel frattempo predisporre, insieme agli esperti, un piano di progressivo allentamento della stretta in particolare dell’industria che si vorrebbe far ripartire tutta entro la fine del mese prossimo. Walter Ricciardi, rappresentante per l’Italia dell’Oms, ha parlato al Sole 24 Ore della necessità di «aperture pilotate attraverso il testing e il tracking: cioè più tamponi e test sierologici per capire chi è già venuto a contatto con il virus e app per il tracciamento», strumenti che saranno «davvero operativi solo a fine mese».

Si continua con lo smart working

Per far tornare in attività imprese, aziende e studi professionali, le misure di sicurezza dovranno prevedere il minimo di affluenza negli uffici. Ecco perché bisognerà continuare a privilegiare lo smart working mentre per chi va in sede si dovranno prevedere turni alternati divisi per orario o fasce giornaliere. Su autobus e metropolitane i passeggeri dovranno viaggiare distanziati, quasi certamente a file alterne. Gli spazi verdi saranno aperti più in là ne tempo perché c’è il rischio di pic-nic e assembramenti. I ristoranti, quando riapriranno, dovranno garantire due metri di distanza tra i tavoli per consentire il passaggio dei camerieri.

Spostamenti più liberi dal 4 maggio

Ma quando arriveranno le misure di allentamento dei divieti di uscire per i cittadini? Molto probabilmente non prima di maggio. E dovrebbe essere questo il secondo step. Una data possibile potrebbe essere quella del 4 maggio, per un motivo specifico: come per Pasqua – quando verranno aumentati i controlli di polizia e alcune Regioni stanno ipotizzando di chiudere intere zone agli ospiti che arrivano da fuori – c’è la necessità di evitare un «esodo» nei weekend del 25 aprile e del 1 maggio.

In Toscana primi 90mila test sierologici alle Asl

Già questa settimana, intanto, dovrebbe esser pronto lo studio sui test sierologici: verrà effettuato su un campione Istat della popolazione di circa 200mila persone per avere quanto più chiara possibile la diffusione del virus nel nostro Paese. I test potrebbero essere utili per una possibile ripartenza, seppur scaglionata, delle attività. In attesa di linee guida da parte del Comitato scientifico, la Toscana fa da apripista. Dall’8 aprile comincia la distribuzione alle Asl di quasi 92.000 test sierologici, con priorità per operatori sanitari; operatori e ospiti delle strutture socio-sanitarie e di accoglienza; personale del volontariato impegnato nella emergenza sanitaria; farmacie.

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In campo anche Lombardia e Lazio

La Lombardia si affiderà al test sviluppato dal policlinico San Matteo di Pavia. Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha annunciato che «entro due settimane arriverà la certificazione Ce dopodiché si potrà partire con i test, gli esami sulla popolazione». Entro giovedì la Regione Lazio avrà a disposizione un documento con linee scientificamente validate sui test sierologici. Il documento è in fase di elaborazione da parte di esperti dello Spallanzani e di Tor Vergata che suggeriranno quali test allo stato sono più affidabili.

Continua il lavoro della task force ‘tecnologica’ chiamata a selezionare l’app per il tracciamento tra le 319 proposte arrivate al ministero dell’Innovazione. Si guarda a un “modello europeo” che tenga in massimo conto il rispetto della Privacy. L’Italia quindi, più che basarsi sulle esperienze della Corea del Sud e della Cina, seguirà le indicazioni che stanno emergendo in ambito Ue. In questo senso il Bluetooth che si lega al mezzo, al cellulare, piuttosto che alla persona potrebbe aiutare. Una
volta individuata la soluzione giudicata migliore, gli esperti la sottoporranno alla ministra dell’Innovazione, Paola Pisano. Ad ogni modo, come ha spiegato Ricciardi, «chi scarica la app attiverà il bluetooth e fornirà i propri dati, In caso di positività al virus saranno individuate e monitorate tutte le persone che nelle 48 ore precedenti sono venute a contatto con il contagiato».

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Fonte: Sole24ore 




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