Allergie e asma possono aggravare l’infezione da coronavirus?

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Un report dell’ECDC confronta i sintomi più comuni delle diverse condizioni con i primi segnali di Covid-19, chiarendo se allergie ai pollini e alcune forme di asma possano aumentare i rischi legati alla malattia.

Con l’arrivo della primavera, crescono le preoccupazioni circa possibilità che allergie ai pollini e asma possano aumentare i rischi legati al nuovo coronavirus. Ogni giorno si impara purtroppo qualcosa di nuovo sulla gravità dell’infezione e la sua relazione con le patologie preesistenti nei soggetti affetti da Covid-19.

Una malattia da mille volti in funzione della complessità del quadro clinico dei pazienti e che finora ha causato più di 100mila decessi in tutto il mondo, oltre 18mila in Italia. Su alcuni aspetti legati alla malattia ci sono ancora pochi studi, per cui è difficile trarre conclusioni, tuttavia le ricerche finora disponibili hanno permesso di identificare alcuni fattori di rischio e predisposizione alla malattia grave.

Sintomi di allergie e asma a confronto con il Covid-19

Su questi temi è intervenuto il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), stilando un report ripreso anche dall’Istituto Superiore di Sanità con le risposte alle domande di più frequenti e informazioni mediche sui primi segnali di Covid-19 (febbre, tosse, mal di gola…) e il loro confronto con i sintomi di comune raffreddore e allergia ai pollini.

“Una gran parte della popolazione (fino al 15-20%) – si legge nel report – riferisce sintomi stagionali legati al polline, i più comuni dei quali comprendono prurito agli occhi, congestione nasale, naso che cola e talvolta respiro sibilante ed eruzione cutanea. Tutti questi sintomi sono generalmente indicati come febbre da fieno, allergia ai pollini o rinite allergica, che è comunemente associata all’asma allergica nei bambini e negli adulti”.

Nella tabella riportata qui sotto è inoltre presente il confronto tra i sintomi più comuni nelle diverse condizioni. “È bene tenere presente – puntualizza l’ECDC – che la diagnosi di Covid-19 non è clinica ma avviene attraverso un test di laboratorio su un campione prelevato dal naso o dalla bocca”.

Allergie e asma possono aggravare l’infezione?

Come premesso, le conoscenze ad oggi disponibili possono fornire alcune indicazioni sulla possibilità che le allergie ai pollini e alcune forme di asma possano aggravare o meno la malattia.

“Le allergie, incluso l’asma allergico lieve, non sono state identificate come un fattore di rischio importante per l’infezione da Sars-Cov-2, o per un risultato più sfavorevole. D’altra parte, l’asma nella forme da moderata a grave, in cui i pazienti hanno bisogno di cure quotidiane, è incluso nelle condizioni polmonari croniche che predispongono alla malattia grave”.

“In particolare – sottolinea l’ECDC – bambini e adulti in terapia di mantenimento per allergie (ad esempio inibitori dei leucotrieni, corticosteroidi per via inalatoria e/o broncodilatatori) devono continuare il trattamento come prescritto dal medico e non devono interrompere la terapia a causa dei timori di Covid-19. Se sviluppano sintomi compatibili con Covid-19, dovranno autoisolarsi, informare il proprio medico e monitorare la propria salute come tutti gli altri. Se si sviluppa una difficoltà progressiva respiratoria, devono cercare immediatamente assistenza medica”.

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