Le frasi più belle delle canzoni di Rino Gaetano. Per non dimenticare il mito

Sono passati 39 anni dalla tragica morte di Rino Gaetano, avvenuta a Roma il 2 giugno 1981 a seguito di un incidente d’auto sulla via Nomentana. Dopo la sua scomparsa la sua musica è stata riscoperta e apprezzata sempre di più, anche e soprattutto dalle nuove generazioni, confermandone il ruolo di innovatore.

Rino Gaetano è considerato uno dei cantautori più importanti nella storia della musica italiana. Per lui il successo è iniziato ad arrivare nella seconda metà degli anni ’70 con il 45 giri dell’iconica “Ma il cielo è sempre più blu” (1975). Nei testi delle sue canzoni troviamo le radici calabresi, il Meridione e l’emigrazione, l’emarginazione, il nonsense, il paradosso, il sarcasmo e tantissima ironia.

Le sue canzoni non appartengono al passato, sono più presenti che mai e parlano agli italiani come pochi altri cantautori hanno saputo fare. Ecco alcune splendide frasi dei suoi brani, che a volte hanno dovuto fare i conti con i ritocchi e i tagli dalla censura.

Ma il cielo è sempre più blu

Chi è assunto alla Zecca, chi ha fatto cilecca
Chi ha crisi interiori, chi scava nei cuori
Chi legge la mano, chi regna sovrano
Chi suda, chi lotta, chi mangia una volta
Chi gli manca la casa, chi vive da solo
Chi prende assai poco, chi gioca col fuoco
Chi vive in Calabria, chi vive d’amore
Chi ha fatto la guerra, chi prende il sessanta
Chi arriva agli ottanta, chi muore al lavoro
Na na na na na na na na na na

Ma il cielo è sempre più blu
Il cielo è sempre più blu

Nuntereggae più

La sposa in bianco, il maschio forte
I ministri puliti, i buffoni di corte
Ladri di polli
Super pensioni (nun te reggae più)
Ladri di stato e stupratori
Il grasso ventre dei commendatori
Diete politicizzate
Evasori legalizzati (nun te reggae più)
Auto blu
Sangue blu
Cieli blu
Amore blu
Rock and blues (nun te reggae più)

Sfiorivano le viole

L’estate che veniva con le nuvole rigonfie di speranza
Nuovi amori da piazzare sotto il sole
Il sole che bruciava, lunghe spiagge di silicio
E tu crescevi, crescevi sempre più bella

Fiorivi sfiorivano le viole
E il sole batteva su di me
E tu prendevi la mia mano
Mentre io
Aspettavo

Gianna

Gianna, Gianna, Gianna sosteneva, tesi e illusioni
Gianna, Gianna, Gianna prometteva, pareti e fiumi
Gianna, Gianna aveva un coccodrillo e un dottore
Gianna non perdeva neanche un minuto per fare l’amore

Mio fratello è figlio unico

Mio fratello è figlio unico
Sfruttato, represso, calpestato, odiato
E ti amo Mario

Mio fratello è figlio unico
Deriso, frustrato, picchiato, derubato
E ti amo Mario

Mio fratello è figlio unico
Dimagrito, declassato, sottomesso, disgregato
E ti amo Mario

Tu, forse non essenzialmente tu

Tu, forse non essenzialmente tu
un’altra
ma è meglio fossi tu
e vado dal Barone ma non gioco a dama
e bevo birra chiara in lattina
me ne frego e non penso a te
avrei bisogno sempre di un passaggio
ma conosco le coincidenze del 60 notturno
lo prendo sempre per venire da te

Forse non essenzialmente tu
e la notte confidenzialmente blu
cercare l’anima

A mano a mano

E a mano a mano mi perdi e ti perdo
E quello che è stato mi sembra più assurdo
Di quando la notte eri sempre più vera
E non come adesso nei sabato sera
Ma, dammi la mano e torna vicino
Può nascere un fiore nel nostro giardino
Che neanche l’inverno potrà mai gelare
Può crescere un fiore da questo mio amore per te

Aida

Lei sfogliava
I suoi ricordi
Le sue istantanee
I suoi tabù
Le sue madonne
I suoi rosari
E mille mari




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